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La qualita' della Vita nel vallo di Diano

Il presupposto dell’azione avviata muove dall’idea che il Vallo di Diano possa costituire la palestra di sperimentazione innovativa per il Mezzogiorno italiano in cui si valutano e si monitorano propensioni ed atteggiamenti dei cittadini in merito agli aspetti più diversi della vita quotidiana riconducendoli allo scenario economico, ambientale e sociale su cui questi agiscono.
L’indagine mira ad integrare e sostenere la capacità decisionale della politica nella costruzione di strategie di rilancio adeguate per il territorio, rappresentando il punto di avvio di una rilettura della propria azione.

Il risultato atteso di questa prima fase è da ricondurre ad elementi di conoscenza utili a sostenere una vision adeguata di sistema territoriale e a collocare il Vallo di Diano nella prospettiva disegnata dagli occhi del
cittadino.
Allargare la partecipazione del cittadino alla vita sociale delle città e dei paesi del Vallo attraverso la ricchezza filtrata della sue osservazioni è solo il primo passo per poi condividere elementi strategici ed elevare la sua
sensibilità e il suo contributo attivo alla cittadinanza. Per il decisore significa istaurare un patto con il cittadino e contribuire ad una sua crescita sociale e ad una indiretta crescita del territorio.
Il risultato atteso della serie delle pubblicazioni di questo asse di lavoro mira a fornire la capacità di diverse fisionomie di cittadino a condividere con il decisore politico la prospettiva stessa: una lettura della sensibilità di avvicinamento del cittadino al sistema della rappresentanza per l’obiettivo comune dello sviluppo del territorio.

Le azioni proposte rivestono una rilevanza strategica per gli enti locali e la loro attivazione presuppone la condivisione di alcuni elementi assiomatici.
Il primo è che le responsabilità che gravano sulle amministrazioni locali travalicano di gran lunga il significato tecnico dell’azione proprio in quanto politica e socialità.
L’azione fornisce un contributo a ravvivare la relazione che lega il rappresentante al cittadino in una ottica diversa da quella unidirezionata tradizionale del rapporto fornitore di servizi/”cliente”.
Il primo punto è dunque riassumibile nella condivisione del principio che il cittadino è portatore di diritti che travalicano la relazione che lo lega alla politica. Tuttavia il cittadino in quanto tale è portatore a sua volta di
responsabilità nei confronti dell’ambiente, così come del territorio e della comunità di appartenenza.
Proprio sulla base di questi presupposti, l’obiettivo è quello di contribuire a tarare la relazione cercando di modulare responsabilità e diritti con i principi di efficacia/efficienza, di responsabilità sociale, di costruzione delle prospettive reali, di condivisione del modello di sviluppo. Dunque la prima questione consiste nel ricercare la relazione che lega il cittadino al territorio adottando la prospettiva della Citizen Care basata sulla ricerca di un giusto patto tra cittadino e amministratore, contrattando i reciproci impegni.
Un passaggio è affidato alla rilettura futura delle azioni di monitoraggio, e delle scelte conseguenti, in funzione della condivisione di principi e responsabilità, cercando di costruire una filiera che leghi enti e cittadini ad obiettivi esplicitati e condivisi.
In primo luogo l’obiettivo è quello di arrivare ad un livello di conoscenza, comprensione e condivisione delle finalità, tre parola d’ordine su cui si basa la stima delle disponibilità della popolazione ad impegnarsi per favorire il massimo radicamento possibile delle scelte condivise.
L’idea che sta alla base di questa impostazione è che il successo delle azioni di sviluppo sia il successo della comunità dianese.